Verona 27.05.24

Il 27 maggio 2024, si è svolta la visita all’Archivio di Stato di Verona, promossa dalla Sezione veronese del P.A.S.F.A.

L’invito è stato esteso anche a Docenti ed allievi di alcuni Istituti scolastici.

La Direttrice dell’Archivio, Dott.ssa Chiara Bianchini, ci ha affidato alla guida esperta della Dott.ssa Martina Burato che ha suscitato, grazie alle sue appassionate descrizioni scientifiche, un grandissimo interesse.

Nessuno dei partecipanti aveva mai visitato l’Archivio che, con un approccio semplice, ma dotto, ha svelato man mano i Suoi tesori.

Dapprima abbiamo visto i depositi, costituiti da modernissime scaffalature scorrevoli che, chiuse, garantiscono la più adeguata conservazione.

Essi hanno porte di accesso di colori differenti a seconda degli argomenti contenuti nei fascicoli.

Tutto il materiale è catalogato e diviso con numerazioni e sigle poi riportate in appositi registri disposti nell’aula studio per la ricerca che dà l’avvio alla consultazione. 

La richiesta del documento va inoltrata telematicamente.

Molti documenti sono stati digitalizzati e si possono consultare sul sito MIBAC.

Nei depositi si sono visti i faldoni contenenti “Processi”; “Elenchi di nati e defunti”, moltissimi i faldoni corrispondenti ai morti della peste del 1630; Registri dell’Anagrafe; Fondi dei Monasteri soppressi, che sono una fonte inesauribile di notizie; la raccolta delle denunce della Magistratura veneziana dei “Malefici”; gli Archivi delle nobili famiglie ricche di storia; etc.

È stato descritto un volume – “Villa Piatti ed il Feudo di Pigozzo veronese”, ed. QuiEdit, a cura di Patrizia Lo Cicero –  basato sulla ricerca archivistica in ASVR (Archivio di Stato di Verona), nella Biblioteca Capitolare di Verona, nell’Archivio di Stato di Venezia, per dare un esempio concreto delle modalità di utilizzo dei materiali archivistici.

Quindi, la Dott.ssa Burato ha mostrato un documento pergamenaceo, dotato di sigillo, con il quale Cangrande II della Scala (1332-1359) donò il Castello ed i terreni ai Bevilacqua, importante famiglia nobiliare, tutt’ora proprietaria del maniero, sito nella località omonima. 

Fra i documenti di questa famiglia, come in quelli di molte altre, ci sono pergamene e disegni che riproducono i terreni limitrofi.

 Sovente sorgevano dispute sui confini o sulla gestione delle acque; liti con i contadini o gli affittuari, con il clero, dispute ereditarie e, in alcune dinastie, molto spesso si verificavano perfino duelli ed omicidi: tutti questi fatti sono testimoniati dalle carte dei processi ivi catalogati. 

Quindi, seduti tutti attorno ad un tavolo, la Dott.ssa Burato ci ha concesso di leggere, sotto la sua supervisione, alcuni documenti: dei Testamenti antichi, sui quali spiccano i sigilli di ciascun notaio.

I Testamenti forniscono importanti nozioni circa la consistenza patrimoniale dei testatori, notizie sugli arredi, sui gioielli, sugli abiti preziosi lasciati in eredità con le dovute raccomandazioni.

Sono una fonte inesauribile ed interessante che consente di ricostruire la vita reale e, spesso, grazie ai passaggi di proprietà, lo studioso può risalire all’origine degli importanti patrimoni immobiliari che ancora oggi abbelliscono la città e la provincia! 

Poi, si sono viste talune Lettere manoscritte dalle madri che lasciavano i loro figli – nati da relazioni clandestine o in altre circostanze –  all’Istituto degli Esposti di Verona.

Questi scritti sono abbinati a “segni di riconoscimento” – per esempio, una medaglietta tagliata a metà; un pezzo di stoffa; un nastro ricamato con iniziali; un santino diviso a metà – per consentire, un domani, il riconoscimento del bimbo. Contengono ‘istruzioni’ e dettagli descrittivi. 

Particolarmente commovente è risultata la letterina di una mamma che prometteva di tornare dopo 8/10 giorni a riprendere il bimbo e dava istruzioni per il battesimo. 

Centinaia di lettere siffatte per ogni anno! 

Questi documenti hanno destato una condivisione empatica davvero toccante! 

La Direttrice ci ha congedato auspicando nuove visite in autunno, felice di fare conoscere questo mondo che, ‘cristallizzato’ nei secoli, è però vivo e pulsante di spunti per ricerche storiche, familiari, istituzionali.

 L’Archivio di Stato – a disposizione di tutti! – è uno scrigno di tesori inimmaginabili e studiare tale patrimonio può allargare i nostri orizzonti ed aiutarci, conoscendo il passato ed i suoi aspetti poco noti, a creare un futuro migliore! 

Patrizia Lo Cicero

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